domenica 3 maggio 2015

Quando il film è più bello del libro #3 [La fabbrica delle mogli - La donna perfetta]

*affiora dall'oscurità dell'oblio* Pagemasters! Qual buon vento mi porta qui dopo un miliardo di anni? Ma ovviamente un libro :D Dopo mesi passati a iniziare post e abbandonarli perché non mi sentivo abbastanza ispirata, siccome tengo molto a ciò che scrivo, nelle ultime settimane mi sono astenuta per non produrre obbrobri.
Ma in questi giorni mi sono adoperata per acquisire e analizzare materiale su quest'opera (sembro quasi profescional), quindi eccomi qui.


Durante un uggioso pomeriggio di noia dei miei anni scolastici, mi sono ritrovata a fare zapping in TV e ho beccato un film dal titolo La donna perfetta, datato 2004.
Affascinata dal tono simpatico, la trama in qualche modo inquietante e dal finale totalmente inaspettato, ho apprezzato molto questa pellicola. Come ben sapete, ho una passione per i "ritorni alle origini", ovvero quando scopro che un film che mi piace è tratto da un libro corro a cercarlo come una bambina il giorno di Natale, lo leggo e finisco col restarne delusa.
Fatto sta che, non mi è dato ricordare in quali circostanze perché la mia mente non collabora, ho scoperto che anche questo film era tratto da un libro. Quindi vvviiia con le ricerche entusiastiche: recuperato dal dimenticatoio il romanzo La fabbrica delle mogli di Ira Levin, letto, scoperto che esiste un film del 1975 e che quindi quello del 2004 è un remake, fatto maratona dei due film per potervi dare un'opinione più completa. Ed è qui che l'affermazione che il film sia migliore del libro, in questo caso, viene un po' inficiata dalla pellicola del 1975.
Inutile dirvi che in inglese il titolo è sempre e solo The Stepford wives (Le mogli di Stepford), ma sapete che gli italiani sono famosi per la fantasia che impiegano nella traduzione dei titoli.
Prima di tutto, di cosa parla? Grossomodo il contenuto è lo stesso per libro e primo film, mentre il remake lo rivisita un po'. Vado comunque ad illustarvi la traccia originale del libro.

Joanna si trasferisce con la sua famiglia, il marito e due bambini, a Stepford. Da subito viene caratterizzata come donna intelligente e ambiziosa, cerca di stringere amicizia con qualche vicino di casa, ma scopre con sconcerto che tutte le donne sembrano avere in testa una sola cosa: la cura della casa e della famiglia, che ovviamente toglie loro il tempo per fare qualunque altra cosa. Fortunatamente incontra Bobbie, disordinata, dagli interessi vari, simpatica, insomma, una donna normale, con la quale stringe subito amicizia. Col passare dei mesi, però, nelle due si intensifica il sospetto che ci sia qualcosa di non totalmente naturale nel modo di fare delle donne di Stepford, e dopo qualche mese dal trasferimento di Bobbie, anche lei si trasforma. Joanna a quel punto inizia seriamente a temere per sé e fa delle ricerche, cominciando a capire cosa si nasconda dietro la perfetta cittadina di Stepford con la sua Associazione Maschile, quindi si dà alla fuga. Riuscirà la nostra eroina a salvarsi?

Bene, da qui in poi sarà ssspoilerrrrssss. Pagemasters avvisati, mezzi salvati.

La risposta è no, non riuscirà a salvarsi. Gli uomini di Stepford uccidono le proprie mogli e le sostituiscono con robot identici ma più belle, formose e dedite alla casa.
Esatto pagemasters, esatto! Non c'è il lieto fine, mannaggia ai coniglietti rosa!
D'accordo, mettiamo che, avendo visto prima di tutti il remake del 2004, io mi aspettassi un determinato finale che non è arrivato, e va bene, può starci. Mettiamo anche che io abbia un serio problema coi finali che vedono i protagonisti inevitabilmente sconfitti, perché mi lasciano il vuoto dentro, e va bene, è un punto di vista personale. Ma il libro non spiega un accidenti di niente!
Tutto termina con Joanna disperata che aspetta di vedere se Bobbie tagliandosi sanguina, e riprende con una scena raccontata da un altro personaggio che incontra la "nuova" Joanna, robotizzata, o meglio omologata alle altre mogli di Stepford. Questa faccenda del robot in realtà non è confermata nel libro, viene lasciata intendere come l'opzione più probabile, ma niente ci suggerisce con certezza che la teoria sia esatta.
Ed è stato proprio questo a infastidirmi. Ho letto il libro molto volentieri, mi è piaciuta la storia, il modo in cui è scritta e persino la traduzione. Lo stile è fresco, spiritoso e scorrevole, i personaggi ben caratterizzati, il meglio che si possa fare in meno di cento pagine, e la storia abbastanza interessante da incuriosire e voler proseguire per scoprire il mistero che vi è dietro. Ma non si scopre niente! Ira, per quale stramaledetto motivo lasci il finale in dubbio???

Sì, Luke, anche io sono disperata :(

Ma finale a parte, ho apprezzato molto il romanzo, quindi, inizialmente molto entusiasta della scoperta dell'esistenza della pellicola del 1975, ho coinvolto anche mio padre nella faccenda, nonostante lui abbia tentato la fuga più volte. E il primo e più esplicativo commento che affiora alla mia mente è:
No.
Il risultato è stato 1 ora e 50 minuti della nostra vita totalmente buttati nel cesso. Chi ce li restituirà, caro regista, tu? Certamente no! Per darvi un'idea dell'effetto che ha avuto su di noi, voglio solo dirvi che sia io che mio padre abbiamo continuato a imitare il robot del video qui sotto per tutta la serata. Per la serie ridiamo per non piangere. (Dal minuto 2:30 circa, e questo è stato il momento più esilarante di tutto il film.)

Joanna danneggia i circuiti di Bobbiebot.

La fabbrica delle mogli è fedele al libro per la storia, salvo qualche dettaglio, ma è uno dei film più noiosi, mal recitati e dalla pessima fotografia che io abbia mai visto. Non so se sia lo stile dei film anni '70 perché ne ho visti pochi per giudicare, ma questo è costituito da attimi di infiniti e inopportuni silenzi e sguardi, inquadrature imbarazzantemente sbagliate, di quelle che dici: "Va bene, sta sicuramente per usicre qualcosa da quella porta", perché il protagonista è tutto sulla destra, e invece non succede niente. E poi parliamo degli attori, che sembrano tutti, tutti, dal primo all'ultimo, in preda a coliche intestinali. La protagonista è Katharine Ross. Non vi dice nulla? No, neanche a me, ma probabilmente siamo nell'epoca sbagliata. Credo che sia diventata famosa interpretando la figlia della signora Robinson nel Laureato, ma come Joanna fa veramente pena. Poi parliamo del marito, Walter, intepretato da Peter Masterson. Un super, mega, enorme, aberrante e abominevole carciofone delle nevi. E infine, l'unica attrice che forse alza un po' il livello di recitazione di tutto il film, Paula Prentiss nel ruolo di Bobbie.
In modo molto più plateale del libro, il film inserisce volutamente elementi che vogliono portarci a sospettare che in città accada qualcosa di losco. Prima di tutto, una delle mogli di Stepford sta male e viene portata via dall'ambulanza, e Joanna nota che l'ospedale si trova nella direzione opposta. Poi sempre la stessa donna a un certo punto si incanta ripetendo di continuo la stessa cosa, e infine un tizio fa un ritratto a Joanna sottolineando tutti i dettagli, e ogni volta che una donna di Stepford si trasforma in casalinga inquadrano il suo ritratto. Oh mamma mia, il ritratto c'entrerà mica? :o
L'unica nota positiva di questo film è il fatto che abbia cercato di dare un senso al finale. Infatti Joanna va a casa di Bobbie (la scena del video sopra) e scopre per certo che Bobbie è un robot. Quindi torna a casa per prendere i figli e scappare, aggredisce il marito con un attizzatoio e lui con la testa sanguinante la manda all'Associazione maschile (il posto dove si riuniscono gli uomini di Stepford) dicendole che i figli sono lì. E lei cosa farà mai? Ovviamente ci va, non è che le salta in mente che possa essere una trappola, figurarsi. E quando arriva lì, il capo dell'Associazione le conferma i suoi sospetti. Le spiega tutto mentre lei è in una sorta di trance, non ho ben capito indotta da cosa. Aspetta giusto che lui le tolga l'arma di mano per svegliarsi. Scema, ma scappa prima! Infine, lui la conduce in una stanza identica alla sua camera da letto, dove trova il robot destinato a sostituirla, ancora da finire:

Come potete notare, è senza occhi. O almeno questa è
l'impressione che si vuole dare. CHE. ANSIA.

A questo punto il robot la uccide e il film riprende con una scena di tutte le donne di Stepford al supermercato che si salutano, tra le quali Joanna identica a loro.
Quindi, l'unica cosa, a mio avviso, apprezzabile della pellicola del '75 è la volontà di non lasciare il finale in sospeso come nel libro, ma nonostante l'intento sia chiaramente quello di risultare un thriller inquietante, il risultato è l'istigazione a prendersi le palle a martellate. E se non le hai, ti crescono proprio con questo fine. Non credo che mio padre mi perdonerà mai per avergli fatto vedere questa mer*a. E di film di mer*a ne abbiamo visti.

Ma dunque, cosa mi porta a dire che il film è più bello del libro? Vi siete già scartavetrati tre quarti di scatoline, immagino, ma sto arrivando al punto.
Il remake del 2004, a mio parere, arriva primo sul podio. Prima di tutto il cast, che io personalmente ho apprezzato di più. Nicole Kidman come Joanna, Matthew Broderick come Walter e una stupenda Bette Midler nel ruolo di Bobbie. Va bene, sì, per Bette Midler sono di parte perché non sono sicura che sia molto famosa. E infine Glenn Close e Christopher Walken nel ruolo di Claire e Mike, le figure portanti della comunità rispettivamente femminile e maschile di Stepford.
Prima nota positiva: viene abbandonato il tentativo di renderlo un thriller inquietante e si trasforma piuttosto in qualcosa di grottesco e ironico. I colori sono più vivaci, il ritmo più rapido e il tono del tutto più allegro (nonostante la nota inquietante delle donne trasformate in automi resti, ovviamente).
Le donne di Stepford non sono robot veri e propri: vengono installati dei microchip nei loro cervelli che permettono agli uomini di controllarle tramite un telecomando; nel corso del film non viene mai fatto mistero della cosa allo spettatore, seppur Joanna ovviamente non lo sa. Il filo che collega tutte queste mogli di Stepford è il fatto che tutte siano state una volta donne di successo, e come spiegazione della robotizzazione viene detto chiaramente che i mariti si sentivano inferiori rispetto alle proprie mogli. Inoltre, viene inserita anche una coppia gay, con lo stereotipo di "quello che fa la donna", che infatti viene robotizzato come le mogli di Stepford.
Per darvi un'idea, ecco il video che dovrebbe riprendere la stessa scena del Bobbie robot impazzito. Sì, lo so che sembra un robot vero e proprio, ma credo si siano concessi una "licenza poetica" a favore del carattere grottesco della pellicola. Tra l'altro questa scena è stata tagliata nel film che ho visto io.


Ma la parte che ho apprezzato di più è stata la rivisitazione del finale. Walter non riesce a trasformare Joanna, quindi fingono che anche lei sia diventata un robot per liberare tutte le altre. Durante una festa, Walter si intrufola nella sede dell'Associazione maschile e annulla tutti i chip delle donne robotizzate, e... PLOT TWIST! Nella coppia Claire-Mike, il robot non è lei ma lui. E lui è un vero e proprio robot (Joanna lo colpisce con un'asta e gli salta la testa). L'idea di Stepford quindi risulta essere stata di Claire, un tempo donna di successo, che una volta, anni prima, tornando a casa aveva trovato il marito a letto con la sua giovane assistente. Aveva ucciso entrambi e deciso di creare una città dove tutto era perfetto, secondo i suoi canoni. Claire, infine, muore fulminata baciando la testa decapitata del robot del suo Mike.

Secondo me il remake si posiziona sopra sia al primo film (ovviamente) sia al libro. Intanto la motivazione per cui le donne vengono robotizzate ha un senso: gli uomini non si sentono più "uomini" con delle donne così forti accanto, quindi le trasformano in schiave. Dal loro punto di vista è senz'altro una rivincita, mentre nella trama originale si può leggere forse un desiderio di passo indietro nell'emancipazione femminile, ovvero gli uomini vogliono donne che non lavorano e dedite a casa e famiglia. Tra l'altro, nonostante il film si presenti come molto leggero, a mio parere nasconde tematiche più profonde, che vanno dal matrimonio in crisi tra Joanna e Walter, che risulteranno invece l'unica coppia davvero unita e innamorata, all'insoddisfazione degli uomini nel vedersi sorpassati dall'emancipazione femminile rifiutata in originale dal romanzo, fino all'infelicità e la follia dell'artefice di tutto, Claire. Inoltre, il tipo di storia si presta sia a un ambiente più simpatico, costellato di gag divertenti, colori estremamente sgargianti e l'esagerazione del ruolo di donna di casa, sia a un ambiente più cupo e inquietante, che però andrebbe reso in modo più avvincente e stimolante. Che non ti faccia desiderare una fine imminente della Terra per implosione, ecco.

Bien pagemasters, in definitiva vi consiglio davvero la visione del remake La donna perfetta, e se siete un po' masochisti anche dell'altro. Per quanto non mi sia affatto piaciuto, ho trovato molto interessante mettere a confronto questi due film teoricamente uguali ma in realtà molto diversi.

Vi lascio con un'altra clip simpatica del remake, perché non ho trovato un trailer in italiano :(
A presto e grazie per essere arrivati fin qui nonostante la lunghezza biblica :D

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