Apro quest'anno bloggatico con una nuova rubrica, Wunderbar! Qui ho intenzione di raccogliere tutti i film che mi sono piaciuti - davvero piaciuti. Siccome gli obbrobri hanno già la loro rubrica riservata in Assurdità Abominevoli, direi che un posticino a parte spetta anche a ciò che viene creato di bello nel mondo del cinema/televisione.
L'ho chiamata Wunderbar, che significa meraviglioso in tedesco, perché è una parola che mi ispira simpatia e con la a finale lunga trasmette un senso di "ooohhh"... Okay, la smetto. Proseguiamo.
E dunque, in questi giorni di Family Day, polemiche e proteste, ho deciso di parlarvi di Angels in America per due principali motivi: 1, è l'opera migliore che io conosca sul tema omosessualità (per chi sta per citarmi Philadelphia, non l'ho ancora visto), 2, è una delle opere migliori che io abbia mai letto/visto in assoluto.
Probabilmente non ne avrete mai sentito parlare (se sì meglio per voi!), io stessa l'ho conosciuto per un esame di Letteratura Angloamericana all'università, materia tenuta da un professore che stava sulle balle a tutti ma che faceva sempre dei programmi fantastici :D
Si tratta di un'opera teatrale scritta da Tony Kushner tra il 1992 e il 1995 e portata sia, ovviamente, a teatro sia in televisione. Durante le feste mi è capitato di rivedere lo sceneggiato televisivo e dunque ve ne parlerò riferendomi all'opera in generale ma con accento sulla miniserie, perché è la forma che ho più vivida in mente - il libro l'ho letto sei anni fa e lo spettacolo teatrale l'ho visto altrettanto tempo fa.
Si tratta di un'opera teatrale scritta da Tony Kushner tra il 1992 e il 1995 e portata sia, ovviamente, a teatro sia in televisione. Durante le feste mi è capitato di rivedere lo sceneggiato televisivo e dunque ve ne parlerò riferendomi all'opera in generale ma con accento sulla miniserie, perché è la forma che ho più vivida in mente - il libro l'ho letto sei anni fa e lo spettacolo teatrale l'ho visto altrettanto tempo fa.
Il titolo completo è Angels in America: Fantasia gay su temi nazionali. L'opera è divisa in due parti: Si avvicina il millennio e Perestroika. Per la trama attingerò da Wikipedia, perché ho tentato di scriverla da me due volte ma è uscita orrenda :D
Siamo nella metà degli anni '80. A New York City, come in tutto il mondo, la comunità omosessuale fa i conti con il contagio da HIV, quella che viene ancora considerata la peste gay. Louis Ironson decide di lasciare il proprio ragazzo, Prior Walter, quando si rende conto di essere incapace di affrontare, a livello psicologico, la malattia dello stesso Prior. Joe Pitt, invece, deve ancora accettare la sua omosessualità e vive quindi un matrimonio infelice con Harper, che ne subisce le conseguenze emotive e con la quale non ha rapporti sessuali. Il mentore politico di Joe, Roy Cohn, è un personaggio molto influente e vicino alla Casa Bianca; quando si ritrova malato di AIDS fa di tutto per negarlo, in modo da negare anche la propria omosessualità, facilmente associabile (almeno all'epoca) al virus contratto. Intanto Prior vede angeli e fantasmi secondo i quali egli sarebbe un profeta. Joe, che è un mormone, deve affrontare la propria sessualità e sua madre Hannah, venuta a New York per prendersi cura della nuora, finisce per stringere amicizia con Prior. Intanto Roy, all'ospedale, ha poca compagnia: due infermieri (uno dei quali è Belize, migliore amico di Prior), e il fantasma di Ethel Rosenberg.
BUM. Sì, lo so che vi si è riversata addosso una valanga di informazioni, e questo dovrebbe darvi la prima idea di che cos'è Angels in America: ricco. Ricco di storia contemporanea, denunce sociali, sentimenti, religioni e ironia. Per essere più precisi:
Storia contemporanea: Generalmente, se non si fanno studi specifici, ciò che terminano di insegnarci a scuola è la Seconda Guerra Mondiale, con uno svolazzo sul Dopoguerra e una corsa dagli anni '50 ad oggi. Qui il background è la politica reaganiana degli anni '80 negli Stati Uniti, periodo in cui l'omosessualità iniziava timidamente a rivelarsi, prontamente repressa dalla sempre favolosa società. L'aspetto affrontato di questo pezzo di storia è la prima epidemia di AIDS americana.
Omosessualità. All'interno dell'opera sono presenti praticamente tutti gli stereotipi omosessuali. Belize è una ex drag queen, molto effemminato, e rappresenta lo stereotipo più diffuso. Roy Cohn, invece, è un omosessuale omofobo - sì, certo, ovviamente esistono anche questi: nega anche a se stesso la propria omosessualità, nonostante continui ad essere attratto e ad avere rapporti occasionali non protetti con uomini, cosa che lo porterà a contrarre l'HIV (che lui continuerà fino all'ultimo a spacciare pubblicamente per cancro al fegato). Poi abbiamo Joe, l'omosessuale che tenta in tutti i modi di soffocare la propria sessualità in favore di princìpi e religione, naturalmente sposato e infelice. Infine Prior e Louis, una normalissima coppia omosessuale che vive la propria quotidianità insieme con gioie e dolori - purtroppo in questo caso più dolori a causa dell'AIDS e di ciò che conseguirà a rovinare la loro stora d'amore.
Un tema trattato vastamente e costantemente presente è la religione. Prima di tutto perché Prior, il protagonista, è un profeta: l'Angelo dell'America gli fa visita più volte, finché lui non decide di rifiutare il proprio compito. Poi l'Ebraismo, presente in gran quantità, poiché è la religione di Louis, Roy Cohn e Ethel Rosenberg. Infine, il Mormonismo è l'altra religione principale della storia, a cui appartengono Joe, sua moglie Harper e sua madre Hannah.
Personalmente ho adorato (quasi) tutti i personaggi, dal peggiore in assoluto come Roy Cohn, a Prior, Louis, Belize, Harper, Hanna, Ethel Rosenberg e l'Angelo. Tutti, tranne Joe. Tutti i personaggi sono caratterizzati magnificamente, e ognuno di loro ha il suo riscatto alla fine: tutti, tranne Joe. E non perché sia un povero tapino, ma perché è ingenuo ed egoista, butta tre ti amo a tre persone diverse, di cui neanche uno sincero. Insomma, non mi è piaciuto per niente, e nella mia malvaggggità sono contenta che non abbia il suo lieto fine.
Altra cosa molto interessante, nell'opera sono inseriti due personaggi realmente esistiti: Roy Cohn e Ethel Rosenberg. Siccome la pagina wiki su Roy Cohn c'è solo in inglese, vi riassumo brevemente il rapporto tra i due personaggi: Roy è stato un avvocato statunitense celebre per aver preso parte alla "caccia alle streghe" anni '50 americana, ovvero l'arresto di varie spie comuniste, tra cui Ethel e suo marito Julius. Pare, inoltre, che Roy fosse molto orgoglioso di aver impiegato i suoi sforzi per far condannare i due alla sedia elettrica. Ethel ha impiegato circa venti minuti a morire, e dopo cinque elettroshock (due in più del previsto) le fumava persino la testa.
Tony Kushner si è, quindi, attenuto il più possibile ai fatti reali - Roy si è davvero ammalato di AIDS spacciandolo per cancro al fegato, probabilmente per coprire la propria omosessualità - e ha inserito il fantasma di Ethel per tormentare un morente Roy nei suoi ultimi giorni di vita.
Tutta l'opera è condita con abbondante ironia, che alleggerisce in un certo senso le scene più dolorose, senza però sminuirne l'importanza e la drammaticità. Ed è, a mio parere, proprio questo il punto forte di Angels in America, che non lo rende mai pesante nonostante i temi trattati, anzi, alcune scene sono davvero esilaranti.
Una parola anche per il cast dello sceneggiato televisivo prodotto da HBO nel 2003. Una favolosa Meryl Streep, come madre di Joe, Ethel Rosenberg e Angelo dell'Europa. Una fantastica Emma Thompson nei panni dell'infermiera di Prior, una senzatetto e l'Angelo dell'America. Uno strepitoso Al Pacino dà il suo volto a Roy Cohn. Un giovane Jeffrey Wright nelle vesti di Belize e dell'amico immaginario di Harper. E ultimi ma non ultimi, Justin Kirk come Prior, Ben Shenkman come Louis, Patrick Wilson come Joe e Mary-Louise Parker come Harper.
(Alcuni attori interpretano più personaggi, su specificazione dell'autore.)
Tutti, e davvero tutti, perfetti nei loro ruoli.
Ne suggerisco a tutti la visione, consapevoli del fatto che ci si trova tra il surreale e una realtà drammatica. Per i non credenti, non lasciatevi spaventare dalla prepotente presenza dell'aspetto religioso e non partite prevenuti: quest'opera è adatta a religiosi e non. L'apparizione degli angeli a Prior potete vederla come metafora e lavoro di fantasia, e l'argomento resta tuttavia interessante, pura informazione, anche per chi non ha alcuna fede.
Spero davvero di avervi invogliato un pochino ad approfondire l'opera, sia perché è molto bella in sé per sé, sia perché molti italiani, soprattutto in questi giorni, hanno bisogno di riflettere. E come farlo meglio se non con uno sceneggiato favoloso dal super cast?
Per qualche motivo non riesco a riportare qui i trailer che trovo su Youtube, e soprattutto non trovo nulla di valido in italiano. Comunque, vi lascio il link del trailer ufficiale HBO.
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