mercoledì 24 dicembre 2014

Jól #8 [Islanda]

Eccoci arrivati all'ultimo giorno, e siccome, ovviamente, ieri non sono riuscita a farne neanche uno, oggi gli ultimi tre! Alla posizione numero 8 troviamo l'Islanda, sempre perché è un altro paese di cui si sa poco.

In Islanda i preparativi per il Natale sono importanti, in particolare c'era l'usanza di preparare a mano vestiti di lana, parte importante dei preparativi perché questi capi venivano poi scambiati con generi alimentari di cui si godeva a Natale.
Oggi, ovviamente, quest'usanza non ha più particolare rilevanza, ma i preparativi per la festa comprendono la pulizia della casa, l'acquisto dei regali (che inizia mesi prima) e di capi nuovi da indossare a Natale, scrivere le jólakört, cartoline d'auguri, e soprattutto il cibo che verrà consumato durante le feste.
Jol kort
Qualche settimana prima viene acquistato o scelto e abbattuto un abete, che verrà ovviamente decorato, insieme al resto della casa: dalle miriadi di luci appese fuori dalle case, agli interni con Babbo Natale, omini di pan di zenzero e ghirlande stampati ovunque.

Jólasveinar
Ho detto Babbo Natale? Mi correggo, Babbi Natale. Sì, ce ne sono tredici e si chiamano Jólasveinar, letteralmente amici/ragazzi del Natale. Questi fanciullini hanno l'aspetto di elfi o orchetti vestiti da contadini, che tra il 12 (vigilia di Santa Lucia) e il 24 dicembre, scendono uno alla volta dalle montagne in paese per fare scherzi e dispetti, per poi ripartire, sempre uno alla volta, tra il 25 e il 6 gennaio. Ognuno di loro ha un nome con un significato, legato al dispetto in cui è specializzato, e qui c'è una descrizione di ognuno, ma non voglio dilungarmi o non finiamo mai più. Tutti e tredici sono i figli di Grýla e Leppalúði, due orchi (o troll? ho trovato entrambe le versioni) del folklore islandese. Questi fratellini Jólasveinar, comunque, oltre a fare i dispetti, lasciano regali e dolci nelle scarpe che i bambini hanno posizionato sul davanzale.

Il 23 dicembre, giorno di St. Þorlákur (San Torlaco), seppur il Concilio Vaticano II vietò la celebrazione solenne dei santi durante il periodo natalizio, è ancora considerata un'occasione speciale. Pertanto, in questo giorno, è tradizione mangiare la skata fermentata, che altro non è che una razza dal sapore molto forte, accompagnata da sego (grasso equino, suino e bovino) e patate bollite.
Hangikjöt
Il 24 dicembre, Natale inizia alle 18:00, annunciato dal suono delle campane. In questo giorno è tassativo vestirsi bene e indossare almeno un indumento nuovo, altrimenti si verrà mangiati dal Jólaköttur, il gatto di Natale. O, in una versione più soft, mangerà il cibo di chi non indossa un abito nuovo. Il cenone è dominato dal hangikjöt, l'agnello affumicato, hamborgarhryggur, un arrosto di maiale, e vari tipi di uccelli selvatici come pernice, fratercula e oca, il tutto accompagnato da salsine, patate, barbabietole e piselli. Il dolce tipico di Natale è il jólagrautur, una pappa di riso con uva, cannella e zucchero, ma durante il periodo che precede il Natale, le famiglie si cimentano nella preparazione di piparkökur, che sono, ovviamente, biscotti speziati tipo pan di zenzero, e laufabrauð, che somigliano alle nostre chiacchere e vengono decorate con appositi attrezzi e fritti in olio di cocco. Finita la cena, che non dura infinite ore, vengono scartati i regali che sono stati acquistati e accumulati per mesi, quindi sono un numero consistente.
Il 25 dicembre non c'è pranzo o cena, ma un unico pasto che inizia alle 16 e consiste nello stesso genere di piatti del cenone della Vigilia.
La parola d'ordine di Capodanno è fuochi d'artificio. Tantissimi, infiniti e ovviamente bellissimi.

Allora, miei fidati pagemasters, la ricetta che lascio è quella dei laufabrauð, anche se qui parla di "olio per friggere" e non di cocco, ma è l'unica che ho trovato.

Laufabrauð
Ingredienti:
- 480 g di farina
- 2 cucchiai di zucchero
- ½ cucchiaino di sale
- ½ cucchiaino di lievito
- 300 ml di latte caldo
- olio per la frittura

Preparazione:
In una grande ciotola mescolate farina, zucchero, sale e lievito. Aggiungete il latte caldo e lavorate bene gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo. Stendetelo su un piano infarinato e ricavatene 8 cerchi. Aiutandovi con delle piccole formine ritagliate dei cuoricini e con il leva torsoli dei piccoli cerchi. Con le forbici ritagliate il contorno dei cerchi.
Riscaldate l’olio in una padella o in una friggitrice e friggete il pane fino a quando non sarà dorato. Scolatelo e fatelo asciugare su carta assorbente. Servite caldo o tiepido.

A tra poco col prossimo paese :D Non state fremendo? Ehi! Cos'è quel gestaccio? Occhio che vi vedo. 


Fonte ricetta: Laufabrauð.

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